Auctoritas: Pitagora, Senofane ed Eraclito
Pitagora
Nato a Samo, verso il 575 a.c.
Probabilmente viaggiò in Egitto ed in oriente (la sua filosofia - in particolare la teoria della metempsicosi, presente in molte religioni e filosofie orientali - lo dimostrerebbe)
Di sicuro sappiamo che verso i 40 anni emigrò a Crotone dove fondò la sua scuola e divenne famoso. Su di lui furono scritte molte cose fantasiose.
A pagina 88 del testo ne troverai alcune, molte altre sul libro di De Crescenzo di cui si è parlato in classe.
Sul piano propriamente scientifico noi possiamo attribuirgli nulla con assoluta certezza perché la scoperte della sua scuola furono frutto di lavoro collettivo
La tradizione gli attribuisce le scoperte
Pitagora fu la prima e più famosa “Auctoritas” della storia della filosofia. Era considerato infallibile. Gli si dovevano ubbidienza e rispetto assoluti. Le sue idee erano giuste anche quando l'evidenza dimostrava che erano sbagliate.
(Nel medioevo la parola auctoritas" indicherà una sentenza della Chiesa che impone una tradizione o decisione approvata dai concili e il principio di auctoritas sarà alla base di molte leggi civili, della cultura e dei processi dell'inquisizione...)
Nella scuola pitagorica gli allievi dovevano ubbidienza assoluta al loro maestro e le sue lezioni non potevano mai essere messe in discussione.
Erano divisi in due gruppi:
Acusmatici: che potevano solo ascoltare (in cambio di lavori di vario tipo) le lezioni del maestro
Matematici: che potevano anche far domande, chiedere chiarimenti (ovviamente non si permettevano di confutare i suoi discorsi.
Un esempio per capire:
Pitagora considerava i numeri qualcosa di concreto, perfetto, assolutamente privo di comportamenti irrazionali. Il capo dei suoi matematici, uno ei suoi allievi,
Ippaso scoprì e divulgò contro il parere del suo maestro i numeri irrazionali... Fu espulso (qualcuno dice che fu ucciso).
Scuola pitagorica Più che di Pitagora bisognerebbe parlare di scuole pitagoriche o di pitagorici, allievi di ovvero degli allievi di questo filosofo - sacerdote - oracolo - educatore ed uomo politico, perché le scoperte e le invenzioni attribuite a Pitagora sono troppe per poter essere frutto dell'ingegno di un solo uomo.
Oltre ad essere una filosofia quella dei pitagorici era un modo di vivere, una pratica
I temi, le proposte e le scoperte dei pitagorici In particolare cerca di capire almeno i seguenti:
L’arché è il numero
Il pari è imperfetto e femminile
Il dispari è perfetto, maschile e benevolo
Se si accetta questo ragionamento è evidente che l'uno non ha abbastanza cose per poter essere attraversato come i numeri pari e non ha nulla da "tappare" come i numeri dispari... La soluzione pitagorica è questa:
L'uno non è né pari né dispari: è entrambe le cose, parimpari.
Ecco alcuni significati pitagorici dei numeri.
I pitagorici credevano in questa teoria (qui è ridotta agli elementi essenziali)
Senofane
Di Senofane (Colofone, 570 circa a.c.) conserviamo solo alcuni frammenti di composizioni satiriche.
Per Eraclito era un falso sapiente, per Platone e Aristotele fu il maestro di Parmenide.
Il tema centrale dei frammenti in nostro possesso è la critica alla religione pubblica greca. In particolare, Senofane critica l’antropocentrismo (e l’antropomorfismo).
Una curiosità dal libro sui presocratici di De Crescenzo: "si dice che Senofane fosse il più povero di tutti gli ateniesi; pensate che per andare a teatro si faceva accompagnare solo da quattro schiavi...
Eraclito
Soprannominato l’oscuro,
Aveva un caratteraccio.
Detestava gli Efesini che avevano cacciato il suo carissimo amico (!?) Ermodoro perché era il migliore di tutti.
Riteneva che la verità andasse ricercata superando le false opinioni degli uomini.
Logos
Eraclito non partecipò alla vita politica della sua città, in alcuni dei frammenti delle sue opere ci sono critiche
Physis
L'universo è composto da coppie di contrari, che si alternano e si combattono l'un l'altro, senza mai annullarsi, essendo aspetti indissolubili della stessa realtà.
La realtà è armonia prodotta dalla tensione di forze opposte.
La molteplicità e le differenze sono alla base dell'esistente
Nella differenza e nel conflitto (pólemos) risiede l'unità del tutto.
Il fuoco è l’elemento naturale più adatto a rappresentare il logos
Aforismi
I frammenti che ci sono pervenuti sono frasi brevi ma molto evocative e significative che fanno riflettere
Questo tipo di frasi è detto AFORISMA
Gli aforismi di Eraclito sono raggruppati in cinque temi principali o dottrine:
Forse perché avevano cacciato il suo allievo prediletto e "amasio" Ermodoro, forse anche per motivi più profondi...
Ecco un paio di aforismi che illustrano questo suo punto di vista
Sull'uomo in generale
Abbiamo già visto i tre significati della parola e il suo senso nel contesto del pensiero filosofico di Eraclito.
In questo aforisma troviamo un'altra considerazione relativa al logo
La più celebre frase di Eraclito è forse pánta reî (tutto scorre). In questa frase c'é tutta la sua teoria del divenire
Con gli aforismi sul divenire, eccone tre tra i più famosi:
Il fuoco Eterno e vivente, il fuoco
Pitagora
Nato a Samo, verso il 575 a.c.
Probabilmente viaggiò in Egitto ed in oriente (la sua filosofia - in particolare la teoria della metempsicosi, presente in molte religioni e filosofie orientali - lo dimostrerebbe)
Di sicuro sappiamo che verso i 40 anni emigrò a Crotone dove fondò la sua scuola e divenne famoso. Su di lui furono scritte molte cose fantasiose.
A pagina 88 del testo ne troverai alcune, molte altre sul libro di De Crescenzo di cui si è parlato in classe.
Sul piano propriamente scientifico noi possiamo attribuirgli nulla con assoluta certezza perché la scoperte della sua scuola furono frutto di lavoro collettivo
La tradizione gli attribuisce le scoperte
- del famoso teorema
- e dell’ottava musicale.
Pitagora fu la prima e più famosa “Auctoritas” della storia della filosofia. Era considerato infallibile. Gli si dovevano ubbidienza e rispetto assoluti. Le sue idee erano giuste anche quando l'evidenza dimostrava che erano sbagliate.
(Nel medioevo la parola auctoritas" indicherà una sentenza della Chiesa che impone una tradizione o decisione approvata dai concili e il principio di auctoritas sarà alla base di molte leggi civili, della cultura e dei processi dell'inquisizione...)
Nella scuola pitagorica gli allievi dovevano ubbidienza assoluta al loro maestro e le sue lezioni non potevano mai essere messe in discussione.
Erano divisi in due gruppi:
Acusmatici: che potevano solo ascoltare (in cambio di lavori di vario tipo) le lezioni del maestro
Matematici: che potevano anche far domande, chiedere chiarimenti (ovviamente non si permettevano di confutare i suoi discorsi.
Un esempio per capire:
Pitagora considerava i numeri qualcosa di concreto, perfetto, assolutamente privo di comportamenti irrazionali. Il capo dei suoi matematici, uno ei suoi allievi,
Ippaso scoprì e divulgò contro il parere del suo maestro i numeri irrazionali... Fu espulso (qualcuno dice che fu ucciso).
Scuola pitagorica Più che di Pitagora bisognerebbe parlare di scuole pitagoriche o di pitagorici, allievi di ovvero degli allievi di questo filosofo - sacerdote - oracolo - educatore ed uomo politico, perché le scoperte e le invenzioni attribuite a Pitagora sono troppe per poter essere frutto dell'ingegno di un solo uomo.
Oltre ad essere una filosofia quella dei pitagorici era un modo di vivere, una pratica
I temi, le proposte e le scoperte dei pitagorici In particolare cerca di capire almeno i seguenti:
- L’arché è il numero
- Il pari è imperfetto e femminile e il dispari è perfetto, maschile e benevolo e l'uno è parimpari.
- I vari significati e corrispondenze dei numeri 1, 2, 3, 4...9.
- La metempsicosi
L’arché è il numero
- il numero per i pitagorici non era solo un concetto astratto - come lo intendiamo oggi - un simbolo che si riferisce alla quantificazione delle cose,
- il numero dei pitagorici aveva una dimensione geometrica
- ci sono numeri triangolari, quadrati, rettangolari, cubici.
- ci sono numeri triangolari, quadrati, rettangolari, cubici.
- tutte le cose sono oggetti geometricicomposti da numeri,
- un po' simili agli atomi di cui parlerà più tardi Democrito.
- un po' simili agli atomi di cui parlerà più tardi Democrito.
- I numeri sono entità materiali (dotati di estensione),
- pitagorici usavano i sassolini per contare
- pitagorici usavano i sassolini per contare
- il numero dei pitagorici aveva una dimensione geometrica
Il pari è imperfetto e femminile
Il dispari è perfetto, maschile e benevolo
Se si accetta questo ragionamento è evidente che l'uno non ha abbastanza cose per poter essere attraversato come i numeri pari e non ha nulla da "tappare" come i numeri dispari... La soluzione pitagorica è questa:
L'uno non è né pari né dispari: è entrambe le cose, parimpari.
- L'1 era oggetto di venerazione
- perché tutti gli altri numeri (e quindi tutte le cose) sono composti da più unità.
- esprimeva quindi l'originaria unità del tutto
-
- esprimeva quindi l'originaria unità del tutto
- esprimeva quindi l'originaria unità del tutto
- il 2 rappresentava l'opposizione degli elementi contrari.
Ecco alcuni significati pitagorici dei numeri.
- Il 2, primo numero pari, è anche contrapposizione al vero sapere,
- ovvero l'1, l'unico.
- ovvero l'1, l'unico.
- Il 3 è il divino.
- Trinità cristiana
- Trimurti orientale.
- Trinità cristiana
- Il 4 è anche la quadruplicità della natura:
- quattro erano le stagioni.
- quattro gli elementi
- quattro erano le stagioni.
- Il 7 è numero perfetto.
- Il 10 era rappresentato in forma triangolare (tetraktis)
I pitagorici credevano in questa teoria (qui è ridotta agli elementi essenziali)
- L'anima immortale è condannata da una colpa originaria a trasferirsi da un corpo all'altro (compresi gli animali) finché non sia purificata.
- Per interrompere il ciclo di reincarnazioni bisogna seguire le regole matematiche dell'armonia e della proporzione.
Senofane
Di Senofane (Colofone, 570 circa a.c.) conserviamo solo alcuni frammenti di composizioni satiriche.
Per Eraclito era un falso sapiente, per Platone e Aristotele fu il maestro di Parmenide.
Il tema centrale dei frammenti in nostro possesso è la critica alla religione pubblica greca. In particolare, Senofane critica l’antropocentrismo (e l’antropomorfismo).
Una curiosità dal libro sui presocratici di De Crescenzo: "si dice che Senofane fosse il più povero di tutti gli ateniesi; pensate che per andare a teatro si faceva accompagnare solo da quattro schiavi...
Eraclito
Soprannominato l’oscuro,
- forse perché si esprimeva in modo incomprensibile
- o perché molti suoi frammenti che ci sono pervenuti sono piuttosto difficili da capire
Aveva un caratteraccio.
Detestava gli Efesini che avevano cacciato il suo carissimo amico (!?) Ermodoro perché era il migliore di tutti.
Riteneva che la verità andasse ricercata superando le false opinioni degli uomini.
Logos
Eraclito non partecipò alla vita politica della sua città, in alcuni dei frammenti delle sue opere ci sono critiche
- ai suoi concittadini (considerati gregge e fanciulli),
- e ai personaggi più sapienti del suo tempo (come Esiodo, Pitagora, Omero),
- accusati di possedere la polymathía (il sapere molte cose)
- ma non il lógos (il vero sapere).
- accusati di possedere la polymathía (il sapere molte cose)
- Legge - misura, rapporto e proporzione
- Ragione - verità di ogni pensare e dire
- Linguaggio - pensiero e discorso vero
Physis
L'universo è composto da coppie di contrari, che si alternano e si combattono l'un l'altro, senza mai annullarsi, essendo aspetti indissolubili della stessa realtà.
La realtà è armonia prodotta dalla tensione di forze opposte.
La molteplicità e le differenze sono alla base dell'esistente
Nella differenza e nel conflitto (pólemos) risiede l'unità del tutto.
Il fuoco è l’elemento naturale più adatto a rappresentare il logos
Aforismi
I frammenti che ci sono pervenuti sono frasi brevi ma molto evocative e significative che fanno riflettere
Questo tipo di frasi è detto AFORISMA
Gli aforismi di Eraclito sono raggruppati in cinque temi principali o dottrine:
- L’ignoranza umana
- Il logos
- L’unità dei contrari
- Il divenire
- Il fuoco
Forse perché avevano cacciato il suo allievo prediletto e "amasio" Ermodoro, forse anche per motivi più profondi...
Ecco un paio di aforismi che illustrano questo suo punto di vista
Sull'uomo in generale
- La maggior parte degli uomini non intende tali cose, quanti, in esse s'imbattono, e neppur apprendendole le conoscono, pur se ad essi sembra.
- Rispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i migliori: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come bestie.
- Assomigliano a sordi coloro che, anche dopo aver ascoltato, non comprendono, di loro il proverbio testimonia: " Presenti, essi sono assenti ".
- Sapere molte cose non insegna ad avere intelligenza: l'avrebbe altrimenti insegnato ad Esiodo, a Pitagora e poi a Senofane e ad Ecateo.
- Omero è degno di essere scacciato dagli agoni e di essere frustato, ed egualmente Archiloco.
- Bene farebbero gli efesi ad arrampicarsi tutti, quanti sono nell'età adulta, e a consegnare la città ai fanciulli imberbi, essi che hanno esiliato Ermodoro, il più capace di tutti loro, con queste parole: tra noi nessuno sia eccellente per capacità, ma se vi è, vada altrove in mezzo ad altri.
Abbiamo già visto i tre significati della parola e il suo senso nel contesto del pensiero filosofico di Eraclito.
In questo aforisma troviamo un'altra considerazione relativa al logo
- Di questo lógos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza, sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato; benché infatti tutte le cose accadano secondo lo stesso lógos, essi assomigliano a persone inesperte, pur provandosi in parole ed in opere tali quali sono quelle che io spiego, distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo com'è. Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.
- La maggior parte degli uomini ignora il LOGOS, si comporta come se non ci fosse, in fondo non sanno cosa fanno. Un'interpretazione aristocratica, solo i migliori conoscono il logo
- La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi.
- Una e la stessa è la via all'in sù e la via all'in giù.
- Maestro dei più è Esiodo: credono infatti che questi conoscesse molte cose, lui che non sapeva neppure che cosa fossero il giorno e la notte; sono infatti un'unica cosa.
La più celebre frase di Eraclito è forse pánta reî (tutto scorre). In questa frase c'é tutta la sua teoria del divenire
- Il fiume rappresenta l'eterno scorrere, perché
- non resta mai fermo
- non è mai composto dalle medesime acque
- chi si immerge in esso in momenti diversi non è mai lo stesso individuo
- non resta mai fermo
Con gli aforismi sul divenire, eccone tre tra i più famosi:
- A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove.
- Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non siamo.
- Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va.
Il fuoco Eterno e vivente, il fuoco
- è il divino che governa e giudica,
- è la materia universale di cui sono fatte le cose
- e in cui ritornano.
- e in cui ritornano.
- ha la funzione cosmologica di generare la realtà,
- offre una rappresentazione del concetto logico del conflitto.
- se si lascia guidare dal proprio desiderio,
- diventa umida e molle e quindi volubile
- diventa umida e molle e quindi volubile
- se si lascia guidare dal dal lógos e dal nómos (la legge - traduzione a livello civile del lógos),
- diventa secca, e quindi saggia.
- diventa secca, e quindi saggia.